I mezzi pubblici

I mezzi pubblici: necessari a noi studenti per il tragitto da casa a scuola e viceversa, ma diventati ormai uno dei nostri peggiori nemici.

La problematica che ci assilla maggiormente è l’enorme lasso di tempo che intercorre tra la fine delle lezioni e l’arrivo dei mezzi, soprattutto per quanto riguarda gli autobus. Il tempo che perdiamo attendendolo è davvero troppo e viene sottratto inesorabilmente allo studio, appesantendo con ansia snervante le nostre quotidiane preoccupazioni e creandoci altra frustrazione.

È facilmente comprensibile il nostro sdegno quando, dopo un’attesa interminabile, tentiamo di salire, pestando qualche piede ed impiegando tutta la nostra mobilità muscolare per tentare di vidimare la tessera o il biglietto, su un mezzo contenente un numero di persone senza dubbio superiore a quello consentito dalla capienza massima, numero che preclude la nostra sicurezza sanitaria; la strettissima vicinanza con le persone non fa che triplicare la possibilità di contrarre il covid-19, o malattie banali come il raffreddore; non indifferente è anche la pressione psicologica poiché il sovraffollamento non ci permette di muoverci o di respirare correttamente, ci fa sentire oppressi e ansiosi e non è di certo un toccasana sia per coloro che soffrono di claustrofobia, che si trovano schiacciati da ogni parte, sia per coloro che soffrono di agorafobia e preferirebbero non trovarsi a contatto con un numero così elevato di persone.

Certo è che nessuno, dopo aver atteso per così tanto -per tornare alla tesi iniziale – accetterebbe di attendere, per quaranta minuti, come minimo, l’arrivo del mezzo successivo. Così, sgomitando qua e là, riusciamo a collocarci nel minuscolo spazio vuoto che siamo riusciti a crearci tra la folla.

Tra una curva e l’altra tentiamo con tutte le nostre forze di mantenere l’equilibrio, per non cadere rovinosamente sull’anziana signora che abbiamo di fronte, rimasta in piedi come noi, non avendo trovato un’ anima pia disposta a cederle il posto. Sono infatti frequenti anche comportamenti scorretti e irrispettosi, tanto da parte di alcuni passeggeri, che non fanno altro che aumentare il disagio degli altri, quanto da parte dell’autista stesso, che non solo non rimprovera gli Unni responsabili del caos, ma condisce la situazione con imprecazioni e bestemmie di ogni tipo.

Dato il peso della situazione, molti di noi hanno pensato di contattare le autolinee varesine, per chiedere l’aumento degli autobus nell’orario di uscita scolastica; considerando, infatti, il numero di persone presenti sull’autobus, si può dedurre che gli orari di uscita siano pressoché gli stessi, per quanto riguarda le scuole di Varese.

Da parte della società dei pullman, però, non c’è alcuna intenzione di venirci incontro, perciò la soluzione migliore potrebbe essere quella di scrivere direttamente ad un giornale emergente, che possa aiutarci ad ottenere la giusta. Dobbiamo essere in molti a chiedere un cambiamento, anche se in questo momento, arrivare a un risultato concreto può sembrare una completa utopia. Tuttavia, insieme, possiamo tentare di farci sentire e di migliorare i nostri viaggi sui mezzi, esponendo il nostro disagio ai responsabili del servizio dei trasporti, che, sicuramente una volta chiamati in causa anche dai giornali non saranno più restii ad ascoltare.

Di Sara Taviani

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